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UOMO E AMBIENTE TRA
UTOPIA E APOCALISSE

«Buona parte della produzione e del consumo della società moderna non è necessario né favorevole alla crescita culturale e spirituale (..) come una spaventosa invasione di cavallette l’umanità è diventata una piaga che lascerà solo terra bruciata, ai suoi stessi figli, vivendo nel frattempo in un sogno drogato di benessere, comodità, progresso eterno e usando le grandi acquisizioni della scienza per produrre ogni sorta di futilità ». B. Devall. G. Sessions, Ecologia profonda

«Le evidenze che oggi ci provengono da punti di osservazione sparsi in tutto il mondo recano il preannuncio di un imminente brusco spostamento del clima verso uno stato che – senza esagerazione – potrebbe essere descritto come infernale. Un calore così micidiale da consentire la sopravvivenza solo di una piccola parte dei miliardi di persone attualmente viventi sulla Terra. Questo potrebbe essere l’esito dello scempio raccapricciante che abbiamo fatto del pianeta. Uno scempio che continuiamo peraltro a compiere, anche sotto la bandiera delle migliori intenzioni. Perfino ora che la campana ha iniziato a rintoccare la nostra imminente fine, infatti, continuiamo a parlare di sviluppo sostenibile e di energie rinnovabili, come se queste offerte insignificanti potessero essere benevolmente accettate da Gaia alla stregua di un sacrificio propiziatorio commisurato (..) Ci serve un portafoglio diversificato di fonti di energia, in cui il nucleare abbia una parte preponderante (..) Se è possibile che le industrie (..) producano cibo sintetico a partire da anidride carbonica, acqua e azoto, allora decidiamoci a farlo, e concediamo alla Terra un po’ di riposo (..) Dobbiamo prendere sul serio, e immediatamente, il riscaldamento globale e quindi fare tutto ciò che possiamo per diminuire l’impatto degli esseri umani sulla Terra». James Lovelock, La rivolta di Gaia

Nel 1950 Victor Lebow, un oscuro analista di mercato americano, scriveva: «La nostra economia immensamente produttiva (..) esige che facciamo del consumismo uno stile di vita (..) Abbiamo bisogno che le nostre cose (..) vengano sostituite e gettate a un tasso in continuo aumento». Queste poche parole, richiamate nel rapporto del Worldwatch Institute del 2004 dedicato ai consumi, condensano in maniera esemplare la filosofia che sta alla base del consumismo imperante del nostro tempo, anche se oggi, diversamente dagli anni Cinquanta del secolo scorso, possiamo ben coglierne il prezzo da paga-re in termini di contaminazione dell’ambiente e di depauperamento di risorse naturali non rigenerabili. Dietro questa filosofia dell’uso e getta, dietro questa produzione e distruzione crescente di beni superflui gettati freneticamente sul mercato per alimentare il circolo vizioso del consumismo si cela in-fatti la distruzione di ricchezze reali: l’aria, l’acqua, il clima, il suolo, le foreste, la biodiversità, le risorse minerali, tutto viene sacrificato sull’altare del mercimonio generalizzato come se la nostra fosse l’ultima generazione di uomini destinata a vivere su quello che un tempo era il ridente pianeta Terra. Un dato che ancora sfugge, ad esempio, è quello dei cosiddetti flussi nascosti, cioè delle materie prime consumate indirettamente nella produzione dei manufatti: gli esperti della UE, ad esempio, hanno calcolato che negli ultimi decenni i flussi nascosti hanno rappresentato il 60% del consumo dei materiali in Europa, e negli Stati Uniti la quota è ancora maggiore, dell’ordine del 70%. Quello che invece è ormai noto a tutti è l’impatto complessivo che questo produzionismo dissennato sta avendo sullo stesso clima della Terra: è il tema del cambiamento climatico, ormai stabilmente al centro di tutte le agende internazionali, un tema che molti considerano la vera emergenza di questo primo scorcio del nuovo millennio assieme a quello del futuro delle risorse energetiche. Ciò che alimenta le moderne società capitalistiche, infatti, è un consumo sfrenato di energia, ed è proprio questo consumo, soddisfatto principalmente dall’uso dei combustibili fossili, che attraverso il suo impatto ambientale destabilizza il clima. Ecco allora che si ritorna ai costumi di vita, alla messa in discussione di condotte consumistiche irragionevoli, alla vera e propria messa sotto accusa dello strapotere del PIL, il Prodotto Interno Lordo. E’ il tema della decrescita, del risparmio energetico, della bioarchitettura e dell’architettura sostenibile, delle energie rinnovabili e della generazione distribuita, tutti temi che gli incontri che qui proponiamo tratteranno in una sorta di cascata virtuosa a partire dall’ennesima riproposizione di quello che è il te-ma dei temi, il cambiamento climatico, un tema che abbiamo già ampiamente trattato nel primo ciclo di questa manifestazione ma sul quale ritorniamo con la conferenza di apertura di questo secondo ciclo, che è affidata ad un relatore d’eccezione, Luca Mercalli, meteorologo e climatologo preparato noto anche al grande pubblico per le sue brillanti incursioni televisive. Dopo di che, con Maurizio Pallante, il più noto e autorevole esponente italiano del movimento della decrescita, un movimento che porta avanti una critica corrosiva alla società dei consumi che ha il suo massimo esponente in Serge Latuche, sarà la nostra impronta ecologica ad essere messa in discussione, cioè l’impatto, in termini di consumo energetico e di quota di CO2 immessa in atmosfera, delle nostre abitudini in casa, per strada e sul lavoro. Ma la decrescita non è qualcosa che possa essere vagheggiato solo sul piano ideale: occorre metterla in pratica, possibilmente in prima persona, che è quello che fanno, ad esempio, entrambi i due relatori fin qui citati. Così, il terzo appuntamento, nel corso del quale interverranno esperti di risparmio energetico e di architettura sostenibile, proporrà una vera e propria messe di consigli pratici per intraprendere condotte virtuose per mitigare anche solo in ambito domestico il proprio impatto ambientale. Mercoledì 19 marzo, infatti, saremo tutti noi in prima persona ad essere messi in discussione nei nostri stili di vita, nelle nostre abitudini alimentari e abitative. Soluzioni e proposte concrete, quindi, non solo allarmismo. Sul tema del risparmio energetico, visto però nella scala più ampia, sarà incentrato anche l’incontro di mercoledì 16 aprile, in cui si cercherà di fare il punto sulle fonti energetiche attualmente disponibili e sulle utopie ambientaliste della generazione distribuita e della cosiddetta economia all’idrogeno. Frattanto, mercoledì 2 aprile e mercoledì 9 aprile, due altri aspetti non certo irrilevanti passeranno sot-to la lente di ingrandimento della nostra iniziativa: il tema dell’acqua potabile, che il Consorzio Mondiale sull’Acqua vorrebbe deprivatizzare, poiché l’acqua potabile, si dice, è un bene di tutti, non una merce su cu sia possibile fare business, e il tema controverso delle biotecnologie e degli OGM, un tema molto discusso su cui sembra essere la disinformazione a dettare legge. Infine, una ulteriore sezione della manifestazione proporrà ad aprile e maggio al Cinema Capitol una selezione di documentari sui temi trattati di grande interesse.

PROGRAMMA
Mercoledì 27 febbraio:
Luca Mercalli, Clima rovente: effetto serra e cambiamenti climatici

Venerdì 7 marzo
Maurizio Pallante, La decrescita felice.

Mercoledì 19 marzo
Teoria e pratica del risparmio energetico

Mercoledì 2 aprile
Il futuro in tavola

Mercoledì 9 aprile
L’acqua potabile come merce

Mercoledì 16 aprile
Mario Ferrari, Il futuro dell'energia